Storie d'amore proibite: film cinesi lgbtq+ che sfidano la censura
Nonostante le sfide della censura, il cinema cinese ha coraggiosamente esplorato temi LGBTQ+, spesso attingendo a storie complesse e a volte proibite. Questi film offrono uno sguardo intimo su identità e relazioni in un contesto culturale unico.



Il cinema cinese ha una storia affascinante e complessa per quanto riguarda la rappresentazione delle vite LGBTQ+. Per decenni, registi pionieristici hanno cercato di portare sullo schermo storie che sfidavano le norme sociali e la stretta censura del governo.
Film come Addio mia concubina di Chen Kaige o Dong Gong Xi Gong (East Palace, West Palace) di Zhang Yuan sono esempi noti di come temi omosessuali siano stati affrontati, spesso in modo metaforico o attraverso drammi storici che offrivano un certo margine di manovra. La difficoltà di distribuzione e le pressioni politiche hanno reso la produzione e la visione di questi film un atto di resistenza.
Molte di queste narrazioni traggono ispirazione da romanzi o storie che circolano al di fuori dei canali ufficiali, trovando nel cinema una forma di espressione, sebbene spesso modificata o edulcorata per evitare il divieto totale. Questa lista raccoglie alcune di queste opere che meritano di essere scoperte per la loro audacia e la loro capacità di raccontare storie umane profonde nonostante le avversità.
6. Il banchetto di nozze (1993)
"Il banchetto di nozze" (Xi Yan) è una commedia drammatica del 1993 diretta da Ang Lee (prima del suo successo hollywoodiano con film come "La tigre e il dragone" e "Brokeback Mountain"). Pur essendo una produzione di Taiwan, è un film fondamentale nel panorama del cinema di lingua cinese che affronta con umorismo e sensibilità il tema dell'omosessualità e del confronto generazionale e culturale. La storia ruota attorno a Wai-Tung, un giovane gay che vive a New York con il suo compagno, e decide di organizzare un finto matrimonio con una donna per placare i sospetti dei suoi genitori tradizionalisti in visita da Taiwan. Ovviamente, il piano genera una serie di equivoci esilaranti e toccanti. Il film è un brillante studio sulla dinamica familiare, le aspettative sociali e la ricerca di accettazione. Ha riscosso un enorme successo internazionale, vincendo l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e ricevendo una nomination all'Oscar per il Miglior Film Straniero. È un'opera accessibile e commovente che ha contribuito enormemente a portare le storie LGBTQ+ nel mainstream del cinema di lingua cinese.

5. Addio mia concubina (1993)
"Addio mia concubina" (Ba Wang Bie Ji) è un epico dramma storico diretto da Chen Kaige, basato sul romanzo di Lilian Lee. Sebbene non sia strettamente incentrato su una relazione gay nel senso moderno, esplora temi di identità, performance e amore non convenzionale attraverso il legame profondo e complesso tra due attori dell'Opera di Pechino, Dieyi e Xiaolou, nel turbolento XX secolo cinese. La performance di Leslie Cheung nei panni di Dieyi, un attore che si identifica profondamente con il suo ruolo femminile e nutre un amore non corrisposto per il suo partner di scena, è leggendaria. Il film attraversa decenni di storia cinese, dalla Repubblica alla Rivoluzione Culturale, mostrando come i cambiamenti politici e sociali influenzino le vite e le relazioni personali. Ha vinto la Palma d'Oro a Cannes nel 1993 (l'unico film cinese a riuscirci) e un Golden Globe, ed è stato nominato all'Oscar, affermandosi come uno dei film cinesi più importanti e acclamati a livello internazionale. La sua esplorazione dell'identità di genere e dell'amore al di fuori delle norme sociali lo rende incredibilmente pertinente.

4. Spring Fever (2009)
"Spring Fever" (Chun Feng Chen Zui De Ye Wan) è un film del regista Lou Ye, un altro esponente della Sesta Generazione noto per i suoi lavori che spesso sfidano le restrizioni del governo cinese e per questo motivo ha subito divieti di produzione. Questo film, girato in modo quasi guerrigliero a Nanchino, racconta le intricate e spesso dolorose relazioni tra diversi personaggi, inclusa una storia d'amore tra due uomini. La regia di Lou Ye è caratterizzata da uno stile crudo e naturalistico, con lunghe sequenze girate a mano che trasmettono un senso di intimità e precarietà. Il film non romanticizza le relazioni, ma le presenta con tutte le loro complessità, i tradimenti e i desideri inappagati. Ha vinto il premio per la Migliore Sceneggiatura al Festival di Cannes nel 2009, un riconoscimento importante per un'opera prodotta fuori dal sistema ufficiale cinese. È un film potente e viscerale che esplora la solitudine e la ricerca di connessione in una società in rapida evoluzione.

3. 东宫西宫 (1996)
Diretto da Zhang Yuan, uno dei registi della cosiddetta "Sesta Generazione" del cinema cinese, "East Palace, West Palace" (Dong Gong Xi Gong) è uno dei primi film della Cina continentale ad affrontare apertamente l'omosessualità. Ambientato in una stazione di polizia in una notte, il film si concentra sul confronto psicologico tra un giovane scrittore gay arrestato per adescare uomini (interpretato da Hu Jun, che ritroveremo in "Lan Yu") e il poliziotto che lo interroga. È un'opera intensa e claustrofobica, quasi interamente basata sul dialogo, che scava a fondo nei pregiudizi, nel desiderio e nel potere. Il film è stato girato in modo semi-clandestino e non è stato distribuito ufficialmente in Cina, diventando un simbolo della lotta contro la censura e della volontà di dare voce a storie marginalizzate. La sua audacia per l'epoca e il suo approccio diretto lo rendono un film fondamentale per comprendere la rappresentazione LGBTQ+ nel cinema cinese.

2. 蓝宇 (2001)
"Lan Yu" è un capolavoro del cinema di Hong Kong che affronta con coraggio e delicatezza una storia d'amore gay nella Pechino degli anni '80 e '90. Diretto da Stanley Kwan, un regista che ha spesso esplorato le complessità dell'identità e delle relazioni, il film segue la turbolenta relazione tra un uomo d'affari di successo e uno studente universitario. Tratto da un romanzo online anonimo (che curiosamente anticipa il fenomeno delle web novel che ha portato a titoli come "Addicted"), il film è stato girato in segreto a Pechino a causa delle restrizioni sui temi LGBTQ+. La performance dei due attori principali, Hu Jun e Liu Ye, è assolutamente magistrale e ha giustamente vinto numerosi premi, trasmettendo un'emozione profonda e autentica. È un film che non solo racconta una storia d'amore, ma offre anche uno sguardo sulla società cinese in un periodo di grandi cambiamenti, reso ancora più potente dal contesto della sua stessa produzione clandestina. Un classico moderno del cinema queer asiatico.

1. Addicted - Desiderio irresistibile (2014)
Se hai cercato uno show basato su una famosa novel cinese censurata con tematiche LGBTQ+, questo titolo, pur essendo un film, è la porta d'ingresso a quell'universo! È strettamente collegato all'amatissima web-serie cinese "Addicted" (nota anche come "Heroin"), che ha guadagnato un'enorme popolarità prima di essere rimossa dalle piattaforme cinesi a causa dei suoi contenuti espliciti sulla relazione tra due studenti liceali. La serie e questo film si basano sul romanzo web "Are You Addicted?" (上瘾) di Chai Jidan, un'opera che ha fatto breccia nei cuori dei lettori con la sua storia d'amore autentica e commovente, nonostante il clima di censura. Questo film condensa gli eventi, offrendo un assaggio della chimica intensa tra i protagonisti Bai Luoyin e Gu Hai. È un esempio potente di come le storie d'amore gay riescano a trovare il loro pubblico e a generare fenomeni culturali anche in contesti difficili, rendendolo un punto di riferimento cruciale per chi è interessato a questo specifico filone narrativo proveniente dalla Cina.
