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Migliori film western di sempre: una classifica imperdibile

Esplora il cuore del Far West con la nostra selezione dei migliori film western. Un viaggio tra pistole, deserti e leggende indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.

Sentieri selvaggi
Il mucchio selvaggio
Per qualche dollaro in più

Il genere western, con i suoi vasti paesaggi e i suoi personaggi iconici, ha plasmato l'immaginario collettivo come pochi altri. Dalle epiche narrazioni di John Ford, maestro indiscusso che ha definito i canoni classici con pellicole come "Sentieri selvaggi" e "Ombre rosse", al rivoluzionario "spaghetti western" di Sergio Leone, che ha reinventato il genere con uno stile crudo e stilizzato, il West cinematografico offre un universo di storie.

Leone, in particolare, con la sua Trilogia del Dollaro ("Per un pugno di dollari", "Per qualche dollaro in più", "Il buono, il brutto, il cattivo") e il capolavoro "C'era una volta il West", ha introdotto antieroi cinici, colonne sonore memorabili (grazie al genio di Ennio Morricone) e un realismo sporco che ha contrastato l'idealizzazione del West classico. Questi film non sono solo sparatorie e duelli; sono studi sulla moralità, sulla sopravvivenza e sulla nascita di una nazione, spesso visti attraverso gli occhi di fuorilegge, sceriffi tormentati o semplici pionieri.

Dal dramma psicologico di "Mezzogiorno di Fuoco", che si svolge quasi in tempo reale, all'avventura corale de "I magnifici sette", ispirato ai samurai di Kurosawa, il western dimostra una sorprendente versatilità. Anche film più tardi come "Il mucchio selvaggio" hanno continuato a esplorare i temi della violenza e del crepuscolo di un'era con una brutalità inedita per l'epoca.

Preparati a rivivere l'emozione di un'epoca in cui la legge era spesso scritta con il piombo e l'orizzonte nascondeva tanto pericolo quanto promessa.

14. Django (1966)

Questo film è un'icona dello Spaghetti Western, famoso per la sua violenza esplicita (per l'epoca) e l'immagine del protagonista che si trascina dietro una bara. Franco Nero interpreta Django, un misterioso pistolero che arriva in una città fantasma popolata solo da una prostituta e un locandiere, e si ritrova in mezzo a una guerra tra una banda di razzisti e un gruppo di rivoluzionari messicani.

Diretto da Sergio Corbucci, il film è crudo, sporco e stilisticamente potente, con sequenze che sono entrate nell'immaginario collettivo (come l'apertura della bara). Ha generato innumerevoli sequel non ufficiali che hanno usato il nome 'Django'. La sua influenza si estende fino a Quentin Tarantino, che gli ha reso omaggio con 'Django Unchained'. Un western cult, brutale e affascinante.

Django

13. Il Grinta (1969)

La versione originale che valse a John Wayne il suo unico Oscar come Miglior Attore. Wayne interpreta Rooster Cogburn, un vecchio sceriffo monocolo, ubriacone e scontroso, ingaggiato da una giovane donna (Kim Darby) per dare la caccia all'uomo che ha ucciso suo padre. Si unisce a loro un Texas Ranger (Glen Campbell).

Nonostante il titolo, il film si concentra molto sul personaggio di Cogburn e sulla dinamica tra i tre protagonisti, molto diversi tra loro. Wayne offre una performance carismatica e complessa, lontana dai suoi soliti eroi senza macchia. È un western più incentrato sui personaggi e sul loro viaggio che sull'azione sfrenata, ma offre comunque momenti di tensione e confronto. Da vedere per l'interpretazione di Wayne.

Il Grinta

12. Butch Cassidy (1969)

Paul Newman e Robert Redford sono una coppia perfetta in questo western che mescola avventura, commedia e malinconia. Racconta la storia (in parte romanzata) dei famosi fuorilegge Butch Cassidy e Sundance Kid, mentre cercano di sfuggire a una squadra di inseguitori implacabile.

Il film è noto per il suo stile ironico e moderno per l'epoca, le battute brillanti e la chimica incredibile tra i due protagonisti. Ha vinto diversi Oscar, tra cui quello per la Miglior Canzone per 'Raindrops Keep Fallin' on My Head', in una scena iconica e piuttosto anacronistica. È un western che gioca con le convenzioni del genere, concentrandosi più sui personaggi e sulla loro amicizia che sull'epica tradizionale.

Butch Cassidy

11. Un dollaro d'onore (1959)

Howard Hawks dirige John Wayne in un western dal tono più rilassato rispetto ad altri classici, ma non per questo meno efficace. Wayne interpreta lo sceriffo Chance che, con l'aiuto di un vice alcolizzato (Dean Martin), un vecchio storpio (Walter Brennan) e un giovane pistolero (Ricky Nelson), deve tenere in prigione il fratello di un potente ranchero, aspettando che arrivi il giudice.

Il film si concentra più sulle interazioni tra i personaggi e sull'assedio nella prigione che sui grandi spazi aperti. È un western d'insieme, con dialoghi brillanti e interpretazioni affiatate. La colonna sonora include anche canzoni cantate da Dean Martin e Ricky Nelson, aggiungendo un tocco unico. Un film che dimostra come il western potesse essere anche un racconto di amicizia e lealtà in spazi ristretti.

Un dollaro d'onore

10. Il cavaliere della valle solitaria (1953)

Un western visivamente splendido e archetipico diretto da George Stevens. Alan Ladd interpreta Shane, un misterioso pistolero che arriva in una valle di allevatori in lotta contro un potente barone del bestiame. Il film è raccontato in gran parte dal punto di vista di un ragazzino, Joey, che vede in Shane l'incarnazione dell'eroe.

Le scene d'azione sono potenti e realistiche (per l'epoca), e la fotografia in Technicolor è eccezionale, catturando la bellezza e la vastità del paesaggio. È un film sulla fine di un'era, sul passaggio dalla legge del più forte alla civiltà, e sul prezzo che gli eroi solitari devono pagare. La figura di Shane è diventata leggendaria nel pantheon del western.

Il cavaliere della valle solitaria

9. Ombre rosse (1939)

Questo è uno dei film che ha definito il genere western e ha stabilito molte delle sue convenzioni visive e narrative. Ancora una volta diretto da John Ford e con John Wayne in uno dei suoi primi ruoli da protagonista 'eroe', il film segue un gruppo eterogeneo di personaggi a bordo di una diligenza che viaggia attraverso un territorio Apache ostile.

È un film corale che esplora diverse personalità sotto pressione. Girato principalmente nella Monument Valley, le immagini create da Ford sono iconiche e hanno plasmato l'immaginario del selvaggio West per generazioni. È un film che, nonostante la sua età, mantiene una forte potenza visiva e narrativa.

Ombre rosse

8. Mezzogiorno di Fuoco (1952)

Un western teso e avvincente che si svolge quasi in tempo reale! Gary Cooper interpreta lo sceriffo Will Kane, che il giorno del suo matrimonio e del suo pensionamento deve affrontare da solo una banda di fuorilegge in arrivo, dopo che i cittadini che aveva giurato di proteggere lo abbandonano.

Il film è un'allegoria sulla paura e la responsabilità civile, girato con un senso crescente di suspense che culmina in uno scontro inevitabile. Ha vinto diversi Oscar, tra cui quello per il Miglior Attore a Gary Cooper, che offrì una performance intensa e vulnerabile. La canzone 'High Noon' è diventata un classico a sé stante. Un western atipico per la sua struttura narrativa, ma potentissimo nel suo messaggio.

Mezzogiorno di Fuoco

7. I magnifici sette (1960)

Un remake western de 'I sette samurai' di Kurosawa che funziona alla grande! Un gruppo di pistoleri viene ingaggiato per difendere un povero villaggio messicano da un bandito spietato (interpretato dal grande Eli Wallach). Il film vanta un cast maschile stellare per l'epoca: Yul Brynner, Steve McQueen, Charles Bronson, James Coburn, Robert Vaughn, Brad Dexter e Horst Buchholz.

Ogni attore porta il suo carisma nel ruolo, creando un gruppo di personaggi indimenticabili. La regia è solida, le sequenze d'azione sono ben coreografate e la colonna sonora di Elmer Bernstein è giustamente celeberrima, uno dei temi western più riconoscibili di sempre. Un esempio perfetto di come prendere una grande storia e adattarla con successo a un altro genere.

I magnifici sette

6. Per un pugno di dollari (1964)

Il film che ha dato il via a tutto, il Big Bang dello Spaghetti Western! Sergio Leone prende ispirazione da 'La sfida del samurai' di Akira Kurosawa e lo trasporta nel polveroso West, creando un nuovo archetipo di eroe: l'Uomo senza Nome, interpretato da un giovanissimo e carismatico Clint Eastwood.

Con un budget ridotto ma idee rivoluzionarie per l'epoca (l'uso del silenzio, dei primi piani estremi, la moralità ambigua dei personaggi), Leone e Eastwood hanno creato un fenomeno. La musica di Morricone qui è già fondamentale, con temi che si legano indissolubilmente ai personaggi. È affascinante rivedere questo film sapendo che ha influenzato innumerevoli opere successive e ha riscritto le regole del western.

Per un pugno di dollari

5. Per qualche dollaro in più (1965)

Il secondo capitolo della 'Trilogia del Dollaro' di Leone, che vede Clint Eastwood affiancato da un altro cacciatore di taglie, interpretato splendidamente da Lee Van Cleef. L'alchimia tra i due protagonisti è palpabile, e la loro rivalità/collaborazione nel dare la caccia al crudele bandito Indio (Gian Maria Volonté, intenso come sempre) è il cuore del film.

Leone affina ulteriormente il suo stile, con duelli sempre più elaborati e un uso magistrale dei primi piani e dei suoni (il ticchettio degli orologi da taschino!). La colonna sonora di Morricone introduce il tema iconico per Van Cleef. Un passo avanti rispetto al primo film, che consolida la formula vincente del western all'italiana e lancia definitivamente Van Cleef come icona del genere.

Per qualche dollaro in più

4. Il mucchio selvaggio (1969)

Sam Peckinpah smantella il mito del West eroico con questo film violento, cinico e visivamente scioccante per l'epoca (e ancora oggi potente). Seguiamo un gruppo di vecchi banditi che cercano di fare un ultimo colpo grosso al confine messicano, ma si trovano intrappolati in un mondo che cambia, dove la loro brutalità non ha più posto.

Peckinpah è famoso per l'uso dello slow-motion nelle sequenze d'azione, rendendo ogni sparo e ogni caduta dolorosamente reali. Il film sollevò molte polemiche per la sua violenza esplicita, ma è riconosciuto come un capolavoro del western revisionista, un ritratto amaro e disilluso di uomini fuori dal loro tempo. Curiosità: alcune scene furono girate in Messico e la produzione fu piuttosto turbolenta, rispecchiando forse lo spirito ribelle del film stesso.

Il mucchio selvaggio

3. Sentieri selvaggi (1956)

Maestro John Ford alla regia e John Wayne in una delle sue interpretazioni più complesse e oscure: questo è un pilastro del western americano classico, ma con sfumature che lo rendono incredibilmente moderno anche oggi. La storia di Ethan Edwards, un veterano della Guerra Civile ossessionato dalla ricerca della nipote rapita dai Comanche, è un viaggio non solo fisico attraverso paesaggi mozzafiato (spesso la Monument Valley, luogo iconico per Ford), ma anche psicologico nelle profondità del pregiudizio e dell'odio.

Ford utilizza il Technicolor in modo superbo, creando immagini che sono entrate nella storia del cinema. Nonostante sia un classico, il personaggio di Wayne è tutt'altro che un eroe senza macchia, rendendo il film un'analisi affascinante e talvolta scomoda dell'America dell'epoca. Un film fondamentale per capire l'evoluzione del genere.

Sentieri selvaggi

2. C'era una volta il West (1968)

Un altro gigante firmato Sergio Leone, questo film è un vero e proprio affresco lirico e brutale della fine dell'epoca del West. Qui, Leone rallenta ulteriormente i ritmi, costruendo un'atmosfera densa e quasi operistica, accompagnata ancora una volta dalla colonna sonora da brivido di Ennio Morricone (pare che Morricone compose le musiche prima delle riprese, e Leone le fece ascoltare agli attori sul set per entrare nell'atmosfera!).

Con un cast stellare che include Henry Fonda in un ruolo sorprendentemente malvagio, Charles Bronson nella parte dell'eroe silenzioso e l'indimenticabile Claudia Cardinale, il film esplora temi come l'avidità, la vendetta e il progresso inesorabile. Ogni inquadratura è un'opera d'arte, ogni silenzio è carico di significato. Un'esperienza cinematografica potente e indimenticabile.

C'era una volta il West

1. Il buono, il brutto, il cattivo (1966)

Preparatevi a un'epopea! Questo film non è solo un western, è IL western definitivo per molti, la summa dello Spaghetti Western di Sergio Leone. Con la musica iconica e inimitabile di Ennio Morricone che vi entra nell'anima, e le interpretazioni magistrali di Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Eli Wallach nei ruoli che definirono un'epoca, questo capolavoro vi trascinerà in una caccia al tesoro brutale, sporca e incredibilmente stilosa attraverso gli Stati Uniti dilaniati dalla Guerra Civile.

Leone ha trasformato il genere con i suoi primi piani intensi, i paesaggi sconfinati e un senso del tempo dilatato che rende ogni duello una sequenza da manuale. Sapevate che le esplosioni dei ponti e delle fortezze nel film erano vere e richiesero un enorme sforzo logistico e l'aiuto dell'esercito spagnolo? Un film che va visto e rivisto!

Il buono, il brutto, il cattivo

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