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I migliori film western di sempre

Esplora i capolavori che hanno definito il genere western, da classici intramontabili a rivisitazioni moderne. Un viaggio attraverso le vaste praterie e le storie epiche del selvaggio west.

Per qualche dollaro in più
Django Unchained
Il mucchio selvaggio

Il genere western, con i suoi paesaggi sconfinati e i suoi personaggi iconici, ha sempre occupato un posto speciale nella storia del cinema. Dalle prime narrazioni epiche che celebravano la frontiera americana ai revisionismi più cupi e complessi, il western si è evoluto, riflettendo i cambiamenti sociali e culturali.

Ma è innegabile l'impatto che registi come Sergio Leone hanno avuto, rivoluzionando il genere con lo Spaghetti Western. Film come "C'era una volta il West" o "Il buono, il brutto, il cattivo" non solo hanno portato una nuova estetica e un nuovo ritmo, ma hanno anche regalato colonne sonore indimenticabili grazie al genio di Ennio Morricone, la cui musica è diventata sinonimo del genere stesso.

Questa lista raccoglie alcuni dei titoli più rappresentativi, non solo i grandi classici americani che hanno definito l'immaginario collettivo (come "Sentieri selvaggi" o "Mezzogiorno di Fuoco"), ma anche i capolavori italiani che hanno saputo reinterpretare e arricchire il western, fino ai film più recenti che dimostrano come il genere sia ancora capace di raccontare storie potenti e affascinanti. Preparati a rivivere duelli leggendari, inseguimenti mozzafiato e personaggi che incarnano il mito della frontiera.

14. Tombstone (1993)

Prepariamoci per una resa dei conti nel selvaggio West! Tombstone racconta la leggendaria storia di Wyatt Earp e del suo coinvolgimento nella sparatoria all'OK Corral, una delle più famose dello scontro a fuoco della storia americana. Kurt Russell interpreta Wyatt Earp, ma è Val Kilmer a rubare la scena con la sua interpretazione di Doc Holliday, l'amico malato e geniale di Earp. Molti considerano la sua performance una delle migliori di sempre.

Il film è ricco di azione, personaggi carismatici e dialoghi taglienti. Nonostante qualche inesattezza storica per esigenze narrative, cattura l'atmosfera turbolenta della città mineraria di Tombstone e la tensione crescente tra gli Earp e la banda dei Cowboys.

È un Western spettacolare e divertente, con sequenze d'azione ben coreografate e un forte senso dell'epica. Il cast è vasto e pieno di volti noti, e l'energia che sprigiona lo rende un piacere da guardare. Un'ottima scelta per chi ama i Western classici con un tocco di modernità.

Tombstone

13. Il texano dagli occhi di ghiaccio (1976)

Ancora Clint Eastwood, questa volta alla regia e nel ruolo principale. Il texano dagli occhi di ghiaccio è un Western post-Guerra Civile che segue Josey Wales, un contadino del Missouri che diventa un fuorilegge dopo che la sua famiglia viene massacrata dai soldati dell'Unione. Inizia un viaggio di vendetta, raccogliendo lungo la strada una sorta di famiglia surrogata composta da vari emarginati.

Il film ha un tono più cupo e violento rispetto ai primi Western di Eastwood, riflettendo le ferite ancora aperte della guerra civile e la brutalità del West. Eastwood dirige con mano ferma, creando un ritratto convincente di un uomo braccato che cerca la pace ma è costretto alla violenza.

È un film che esplora i temi della vendetta, della sopravvivenza e della formazione di comunità in circostanze difficili. La performance di Eastwood è stoica e carismatica, come ci si aspetta, e il cast di supporto aggiunge profondità alla narrazione. Un solido esempio del Western crepuscolare degli anni '70.

Il texano dagli occhi di ghiaccio

12. L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007)

Un Western malinconico e splendidamente fotografato, L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford è più un dramma psicologico che un film d'azione. Esplora gli ultimi mesi di vita del leggendario fuorilegge Jesse James e la sua complessa relazione con il giovane e ossessionato Robert Ford.

Brad Pitt offre un'interpretazione intensa e carismatica di Jesse James, mostrando le sue paranoie e la sua crescente instabilità. Casey Affleck, nel ruolo di Robert Ford, è inquietante e magistrale, catturando perfettamente l'ammirazione, l'invidia e la paura che prova per James. Molti critici hanno lodato la sua performance.

La regia di Andrew Dominik e la fotografia di Roger Deakins creano un'atmosfera rarefatta e quasi onirica, con immagini di una bellezza mozzafiato. Il film è narrato con un tono elegiaco e si prende il suo tempo per esplorare la psicologia dei personaggi e il peso della fama e della leggenda. È un Western per chi cerca profondità e riflessione più che sparatorie a raffica.

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

11. Il Grinta (2010)

Questa versione del 2010 de Il Grinta, diretta dai fratelli Coen, è un adattamento più fedele al romanzo di Charles Portis rispetto al film del 1969 con John Wayne. Racconta la storia di Mattie Ross, una giovane ragazza determinata che ingaggia un rude sceriffo federale, Reuben J. "Rooster" Cogburn (il 'Grinta'), per rintracciare l'uomo che ha ucciso suo padre.

Jeff Bridges si cala nei panni di Cogburn con una performance eccellente, ma la vera rivelazione è Hailee Steinfeld nel ruolo di Mattie, che le è valsa una nomination all'Oscar. La sua interpretazione di una ragazza intelligente e stoica, capace di tenere testa agli uomini più duri, è notevole. Anche Matt Damon offre un solido contributo come Texas Ranger che si unisce alla caccia.

I Coen creano un'atmosfera cruda e realistica del Vecchio West, con dialoghi taglienti e un senso dell'umorismo nero tipico del loro stile. È un film che si concentra sui personaggi e sul loro viaggio, con un'attenzione particolare ai dettagli storici e linguistici. Un Western solido e ben realizzato.

Il Grinta

10. Mezzogiorno di Fuoco (1952)

Un classico del Western "da camera" e un'allegoria politica senza tempo, Mezzogiorno di Fuoco si svolge quasi in tempo reale, aumentando esponenzialmente la tensione. Gary Cooper interpreta Will Kane, lo sceriffo di Hadleyville, che il giorno del suo ritiro e matrimonio scopre che un pericoloso criminale da lui arrestato anni prima sta tornando con la sua banda per vendicarsi a mezzogiorno.

Il film segue la disperata ricerca di aiuto da parte dello sceriffo, che vede la sua città e i suoi abitanti voltargli le spalle per paura o opportunismo. È un potente studio sul coraggio, sul dovere e sulla solitudine di fronte all'adversità. Gary Cooper vinse l'Oscar per la sua performance intensa e misurata, che trasmette tutta la pressione che grava sul suo personaggio.

Diretto da Fred Zinnemann, il film è stato interpretato da molti come un commento all'era del maccartismo e alla caccia alle streghe di Hollywood, con lo sceriffo che rappresenta chi si oppone alla tirannia e la città che simboleggia la paura e la conformità. Un Western atipico ma incredibilmente efficace e influente.

Mezzogiorno di Fuoco

9. Butch Cassidy (1969)

Un Western atipico e affascinante, Butch Cassidy è incentrato sulla storia vera (sebbene romanzata) di due dei fuorilegge più famosi del West, Butch Cassidy e Sundance Kid, interpretati con carisma e alchimia da Paul Newman e Robert Redford. Invece delle solite sparatorie, il film si concentra sulla personalità, l'amicizia e il destino ineluttabile dei due protagonisti.

Il film è noto per i suoi dialoghi arguti, le situazioni spesso comiche e l'approccio più leggero rispetto a molti Western dell'epoca, pur mantenendo un sottofondo malinconico. La sequenza in bicicletta con la canzone "Raindrops Keep Fallin' on My Head" è diventata iconica e dimostra la volontà del film di rompere gli schemi.

Ha vinto diversi Oscar, tra cui quello per la Miglior Sceneggiatura e la Miglior Canzone Originale. La regia di George Roy Hill è fluida e cattura perfettamente lo spirito avventuroso e un po' sgangherato dei due eroi. È un film che si distingue per il suo tono e per la performance eccezionale della coppia Newman-Redford.

Butch Cassidy

8. Gli spietati (1992)

Con Gli spietati, Clint Eastwood, sia come regista che come attore, decostruisce il mito del pistolero solitario e dell'eroismo del West. Questo film è un Western revisionista, più cupo e realistico, che mostra le conseguenze brutali della violenza e il peso della reputazione.

Eastwood interpreta William Munny, un vecchio pistolero ritiratosi che accetta un ultimo lavoro per necessità economiche, trascinando con sé un vecchio compagno (Morgan Freeman) e un giovane aspirante pistolero (Jaimz Woolvett). Il film esplora la moralità ambigua dei personaggi e il lato oscuro della leggenda del West.

Ha vinto l'Oscar come Miglior Film e Miglior Regia, riconoscimenti che hanno consolidato la posizione di Eastwood come uno dei grandi registi contemporanei. È un film potente, riflessivo e privo di romanticismo, che offre uno sguardo onesto e brutale sulla vita nel Vecchio West e sulle persone che lo popolavano.

Gli spietati

7. I magnifici sette (1960)

Un altro grande classico, I magnifici sette è l'eccellente remake western del capolavoro di Akira Kurosawa 'I sette samurai'. Qui un gruppo di pistoleri americani viene ingaggiato da un povero villaggio messicano per difenderlo dai saccheggi di un bandito e della sua banda.

Il film vanta un cast all-star per l'epoca, con attori del calibro di Yul Brynner, Steve McQueen, Charles Bronson (sì, lui!) e James Coburn, tutti al culmine della loro carriera. La dinamica tra i sette pistoleri, ognuno con la propria personalità e motivazioni, è uno dei punti di forza del film.

La colonna sonora di Elmer Bernstein è leggendaria e immediatamente riconoscibile; il tema principale è diventato sinonimo del Western stesso ed è ancora usato in innumerevoli contesti. È un film pieno di azione, cameratismo e un senso dell'onore, che pur essendo un remake, ha saputo trovare una propria identità forte e duratura nel pantheon del cinema Western.

I magnifici sette

6. Sentieri selvaggi (1956)

Torniamo a un classico intramontabile del Western americano diretto dal maestro John Ford. Sentieri selvaggi è considerato uno dei film più grandi e influenti di sempre. John Wayne interpreta Ethan Edwards, un veterano confederato pieno di odio razziale che trascorre anni a cercare sua nipote rapita dai Comanche.

Wayne offre una delle sue interpretazioni più complesse e sfumate, mostrando il lato oscuro e ossessivo del suo personaggio. La regia di Ford è magistrale, sfruttando al massimo i paesaggi mozzafiato della Monument Valley, che diventano quasi un personaggio a sé stante. Ogni inquadratura è un dipinto.

Il film affronta temi difficili come il razzismo e l'ossessione in un'epoca in cui non era comune farlo in modo così diretto. La famosa inquadratura finale, con Wayne che si allontana dalla porta, è una delle immagini più iconiche della storia del cinema e ha ispirato innumerevoli registi. Un caposaldo del genere che merita di essere visto e studiato.

Sentieri selvaggi

5. Il mucchio selvaggio (1969)

Dal genio di Sam Peckinpah, Il mucchio selvaggio è un Western crepuscolare e brutale, uscito quasi in contemporanea con "C'era una volta il West" e altrettanto rivoluzionario a suo modo. Il film segue una banda di vecchi fuorilegge che cerca di portare a termine un ultimo grande colpo, ma si ritrova intrappolata in un Messico sull'orlo della rivoluzione.

Peckinpah ha usato il rallentatore in modo innovativo per enfatizzare la violenza delle sparatorie, mostrando il caos e la brutalità in un modo che non si era mai visto prima nel cinema mainstream. Questo approccio realistico e disilluso alla violenza ha influenzato innumerevoli film a venire.

È un film sulla lealtà, sul tradimento e sulla fine di un'epoca, quella del Vecchio West, con personaggi complessi e moralmente ambigui interpretati da un cast eccezionale, tra cui William Holden ed Ernest Borgnine. Non aspettatevi eroi senza macchia; qui ci sono solo uomini che cercano di sopravvivere in un mondo che sta cambiando, con una sequenza finale leggendaria per la sua intensità e il suo impatto.

Il mucchio selvaggio

4. Django Unchained (2012)

Passiamo a un omaggio moderno che affonda le sue radici nello Spaghetti Western! Quentin Tarantino con Django Unchained reinterpreta il genere in modo audace e irriverente. Ambientato due anni prima della Guerra Civile Americana, segue Django, uno schiavo liberato, che si allea con un cacciatore di taglie tedesco per trovare e liberare sua moglie dalle grinfie di un crudele proprietario terriero.

Tarantino non nasconde il suo amore per i film di Leone e per il Western italiano, riprendendone stilemi visivi, l'uso della musica (con una colonna sonora eclettica che spazia dal rap a Morricone stesso) e una certa violenza stilizzata. Il cast è stellare: Jamie Foxx offre una performance potente nei panni di Django, Christoph Waltz è semplicemente perfetto e ha vinto un Oscar per il suo ruolo del Dr. King Schultz, e Leonardo DiCaprio è terrificante come il villain Calvin Candie.

È un film che fa discutere, potente, con dialoghi brillanti e sequenze d'azione esagerate e divertenti. Non è un Western tradizionale, ma una decostruzione e al tempo stesso una celebrazione del genere, vista attraverso la lente unica di Tarantino. Un'esperienza cinematografica intensa e sopra le righe.

Django Unchained

3. Per qualche dollaro in più (1965)

Ancora Leone, ancora Morricone, ancora magia! Per qualche dollaro in più è il secondo capitolo della Trilogia del Dollaro e vede il ritorno di Clint Eastwood nei panni del 'Monco', affiancato da un superbo Lee Van Cleef nel ruolo del Colonnello Mortimer. I due sono due cacciatori di taglie che, inizialmente rivali, si ritrovano a dover collaborare per catturare il pericoloso bandito Indio (interpretato da Gian Maria Volonté, semplicemente eccezionale).

La chimica tra Eastwood e Van Cleef è palpabile e dà vita a duetti e confronti indimenticabili. Lee Van Cleef, che prima di questo film faceva ruoli minori o da cattivo, qui viene rilanciato da Leone come co-protagonista, dimostrando una presenza scenica incredibile. La sua eleganza fredda contrasta perfettamente con la ruvidezza di Eastwood.

La colonna sonora di Morricone introduce il tema dell'orologio da taschino, legato al passato traumatico di Indio, un motivo ossessivo e carico di suspense. Il film è pieno di close-up intensi, sparatorie stilizzate e un senso di fatalismo che permea ogni scena. È un Western che mescola azione, suspense e un pizzico di ironia, consolidando lo stile unico che ha reso Leone famoso in tutto il mondo.

Per qualche dollaro in più

2. Il buono, il brutto, il cattivo (1966)

Eccoci di fronte a un altro gigante! Il buono, il brutto, il cattivo chiude la Trilogia del Dollaro di Sergio Leone ed è da molti considerato l'apice dello Spaghetti Western. È un'avventura picaresca e ironica ambientata sullo sfondo della Guerra Civile Americana, dove tre figure moralmente ambigue - interpretate magnificamente da Clint Eastwood, Lee Van Cleef ed Eli Wallach - si contendono un tesoro nascosto.

Anche qui, la musica di Ennio Morricone è fondamentale e immediatamente riconoscibile. Chi non conosce il tema principale, con quel celebre 'ululato'? O l'ipnotica 'Estasi dell'oro' che accompagna una delle sequenze finali più iconiche della storia del cinema? Morricone ha sperimentato con suoni e strumenti insoliti per creare un sound unico e evocativo, che è diventato sinonimo del genere.

Il film è girato in Spagna, con paesaggi che ricordano il deserto del Sud-Ovest americano, e presenta alcune delle sequenze di sparatoria e degli scontri a fuoco più stilizzati e coreografati mai visti. È un'epopea lunga ma mai noiosa, ricca di personaggi indimenticabili, dialoghi taglienti e una tensione che cresce inesorabilmente verso il leggendario triello finale. Assolutamente imperdibile per ogni appassionato di cinema!

Il buono, il brutto, il cattivo

1. C'era una volta il West (1968)

Preparatevi a un'esperienza cinematografica maestosa e indimenticabile! C'era una volta il West non è solo un film, è un'opera d'arte che ridefinisce il genere Western. Sergio Leone ci regala un prologo di quasi 10 minuti nel silenzio assordante di una stazione isolata, rotto solo dal cigolio di un mulino a vento, dal ronzio di una mosca e dallo stillicidio dell'acqua. Questa scena iconica, senza dialoghi, è un capolavoro di tensione pura.

La colonna sonora di Ennio Morricone non è un semplice accompagnamento, ma un vero e proprio personaggio, con temi musicali dedicati a ciascun protagonista che ne anticipano o commentano le azioni. Pensate al tema dell'armonica di Charles Bronson, carico di dolore e mistero, o a quello epico legato a Claudia Cardinale. Leone chiese a Morricone di comporre le musiche prima delle riprese, per poterle usare sul set e ispirare gli attori, una tecnica rivoluzionaria per l'epoca.

Vedrete Henry Fonda, noto per i suoi ruoli da eroe positivo, calarsi in modo terrificante nei panni del villain Frank, una scelta di casting audace che inizialmente spiazzò la produzione ma che si rivelò geniale. È un film di sguardi, di lunghi silenzi e di violenza improvvisa, un affresco epico sulla fine di un'epoca e sull'arrivo della modernità, simboleggiata dalla ferrovia. Un must assoluto!

C'era una volta il West

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