Film come tarantino: ecco cosa vedere se ami il suo stile
Se sei un appassionato del cinema di Quentin Tarantino e cerchi altre pellicole che offrono dialoghi taglienti, violenza stilizzata e trame non lineari, sei nel posto giusto. Abbiamo selezionato alcuni film che catturano l'essenza del suo stile unico. Preparati a scoprire nuove gemme che ti ricorderanno i suoi capolavori.



Il cinema di Quentin Tarantino non è solo un insieme di film, ma un vero e proprio marchio di fabbrica. Dalle rapine strampalate di Le iene alle epopee vendicative di Kill Bill, passando per i dialoghi indimenticabili di Pulp Fiction, Tarantino ha ridefinito le regole del gioco. La sua capacità di mescolare generi, attingere a piene mani dalla cultura pop, costruire dialoghi taglienti e spesso esilaranti e orchestrare sequenze d'azione stilizzate ha creato uno stile inimitabile, ma che ha inevitabilmente influenzato molti altri cineasti. Molti registi hanno provato a catturare quella stessa energia, quella struttura narrativa non lineare o quella violenza volutamente sopra le righe. Alcuni ci sono riusciti egregiamente, creando opere che, pur avendo una propria identità, risuonano con le stesse corde emotive e stilistiche che hanno reso Tarantino una leggenda. In questa lista troverete non solo i suoi capolavori, ma anche film che, pur non essendo diretti da lui (anche se a volte sceneggiati, come Una vita al massimo o Assassini nati), condividono quel senso di coolness, quella predilezione per personaggi fuori dagli schemi e quella capacità di sorprendere lo spettatore ad ogni svolta. Preparatevi a un viaggio tra crime, neo-noir e action con un tocco inconfondibile.
14. Baby Driver - Il genio della fuga (2017)
Baby Driver - Il genio della fuga di Edgar Wright è un action movie adrenalico e incredibilmente ritmico, dove l'azione è coreografata sulle note della musica che il protagonista, un giovane autista per rapine (interpretato da Ansel Elgort) che soffre di acufene, ascolta costantemente. Il film è un'esplosione di stile, inseguimenti mozzafiato e una colonna sonora onnipresente che non è solo un accompagnamento, ma parte integrante della narrazione e delle sequenze d'azione. Condivide con Tarantino un amore per la musica, i personaggi sopra le righe (seppur in modo diverso) e un approccio stilizzato alla violenza e all'azione. Un fatto curioso: Edgar Wright ha avuto l'idea del film molti anni prima di realizzarlo, e una versione embrionale del concetto è stata usata nel video musicale della canzone "Blue Song" dei Mint Royale nel 2003.

13. Drive (2011)
Drive è un neo-noir elegante e minimalista diretto da Nicolas Winding Refn. Anche se stilisticamente diverso da Tarantino (molto più laconico e contemplativo), condivide un certo "fattore cool", una violenza improvvisa ed esplicita e una colonna sonora che gioca un ruolo fondamentale nell'atmosfera. Ryan Gosling interpreta un taciturno stuntman di Hollywood che di notte fa l'autista per rapine. Il film è noto per le sue sequenze d'azione stilizzate, l'uso del silenzio e una colonna sonora synth-pop indimenticabile. È un film che ha conquistato molti fan per il suo stile unico e la sua atmosfera cupa e affascinante. Un aneddoto: la giacca iconica con lo scorpione sulla schiena indossata da Ryan Gosling è stata scelta da lui stesso ed è diventata un simbolo del film.

12. Sin City (2005)
Sin City è un adattamento visivamente sbalorditivo della graphic novel di Frank Miller, co-diretto da Robert Rodriguez e dallo stesso Miller. Il film è girato quasi interamente su green screen per replicare fedelmente lo stile in bianco e nero ad alto contrasto e con sprazzi di colore del fumetto. È un noir iper-stilizzato e brutale che racconta diverse storie intrecciate ambientate nella corrotta e violenta Basin City. Sebbene non sia un film di Tarantino, condivide con il suo cinema l'amore per i dialoghi taglienti, la violenza stilizzata e un certo gusto pulp. Tarantino ha anche partecipato al progetto come "Special Guest Director", dirigendo gratuitamente una delle scene (quella tra Dwight e Jackie Boy in macchina) come segno di amicizia con Rodriguez e ammirazione per l'opera di Miller.

11. Assassini nati - Natural Born Killers (1994)
Assassini nati - Natural Born Killers è un caso cinematografico particolare. La sceneggiatura originale è di Quentin Tarantino, ma il film è stato pesantemente riscritto e diretto da Oliver Stone, che ha trasformato il progetto in una satira visivamente frenetica e allucinata sui media e sulla violenza. La storia segue una coppia di serial killer che diventano celebrità mediatiche. Sebbene mantenga alcuni elementi pulp e dialoghi taglienti della sceneggiatura originale, il risultato finale è molto diverso dalla visione di Tarantino, tanto che lui stesso ha preso le distanze dal film. È un'esperienza visiva intensa e disturbante che riflette più lo stile di Stone che quello di Tarantino, ma è interessante vedere come una sua idea sia stata reinterpretata. Un fatto noto è che Tarantino non è rimasto soddisfatto delle modifiche apportate da Stone alla sua sceneggiatura.

10. Una vita al massimo (1993)
Anche se non diretto da lui, Una vita al massimo porta la firma di Quentin Tarantino nella sceneggiatura, e si vede! Diretto da Tony Scott, il film è un road movie criminale pulp pieno di personaggi stravaganti, dialoghi esilaranti e violenza improvvisa. La storia segue Clarence e Alabama, una coppia in fuga dopo aver rubato una valigia piena di droga a un pappone. Il film è un mix stilistico interessante tra la scrittura di Tarantino e la regia dinamica e visivamente ricca di Scott. Vanta un cast stellare in ruoli secondari (Dennis Hopper, Christopher Walken, Brad Pitt, Gary Oldman, James Gandolfini, Samuel L. Jackson). Una curiosità: la famosa e tesa scena tra Dennis Hopper e Christopher Walken, dove discutono sulle origini dei siciliani, è stata scritta interamente da Tarantino ed è un esempio perfetto del suo stile dialogico.

9. Jackie Brown (1997)
Jackie Brown si distingue un po' nella filmografia di Tarantino per il suo tono più misurato e il suo approccio più classico alla narrazione. È l'unico film di Tarantino basato su un romanzo preesistente, "Rum Punch" di Elmore Leonard. La storia segue una hostess di linea (l'iconica Pam Grier, un omaggio alla Blaxploitation) che si ritrova coinvolta in un gioco pericoloso tra un trafficante d'armi (Samuel L. Jackson), la polizia e un garante su cauzione (un magnifico Robert Forster). Mantiene i dialoghi affilati e i personaggi ben caratterizzati tipici del regista, ma con un ritmo più rilassato e un focus maggiore sullo sviluppo della trama e dei personaggi piuttosto che sulla violenza stilizzata. Un fatto interessante: Robert Forster, che interpreta Max Cherry, aveva quasi abbandonato la recitazione prima che Tarantino lo contattasse per questo ruolo, rilanciando la sua carriera.

8. The Hateful Eight (2015)
Con The Hateful Eight, Tarantino torna al western, ma questa volta in una chiave più claustrofobica e mistery. Otto sconosciuti, tra cui cacciatori di taglie, prigionieri, un generale confederato e uno sceriffo, rimangono bloccati in una locanda durante una tormenta di neve. Ciò che segue è un tesissimo dramma da camera pieno di dialoghi acuminati, sospetti reciproci e rivelazioni scioccanti. Il film è girato in glorioso 70mm, un formato raramente usato oggi, che conferisce un'ampiezza visiva inaspettata anche negli interni. È un film che si basa interamente sulle interazioni tra i personaggi e sulla crescente paranoia. Un dettaglio tecnico affascinante: Tarantino ha utilizzato le stesse lenti anamorfiche Panavision Ultra Panavision 70 che erano state usate per epici degli anni '50 e '60 come "Ben-Hur" e "Lawrence d'Arabia".

7. C'era una volta a… Hollywood (2019)
C'era una volta a… Hollywood è una lettera d'amore di Tarantino alla Hollywood del 1969, un'epoca di grandi cambiamenti. Il film segue le vicende di un attore televisivo in declino (Leonardo DiCaprio) e del suo stuntman e migliore amico (Brad Pitt, che ha vinto l'Oscar per questo ruolo), mentre navigano nell'industria cinematografica e televisiva. Sebbene ci sia un legame con gli eventi reali legati a Charles Manson, il film è principalmente un'immersione nell'atmosfera dell'epoca, un racconto di amicizia e di carriera, pieno di dettagli nostalgici e dialoghi tipici del regista. Ha un ritmo più contemplativo rispetto ad altri suoi lavori, ma culmina in un finale che non delude le aspettative di chi ama il suo stile. Curiosità: Tarantino ha scelto di girare in molte location reali di Los Angeles che esistevano nel 1969, restaurandole o ricreandole fedelmente per il film.

6. Django Unchained (2012)
Django Unchained è il western di Tarantino, un omaggio sanguinoso e irriverente al genere, ambientato nel profondo Sud degli Stati Uniti prima della Guerra Civile. La storia segue Django, uno schiavo liberato, che si unisce a un cacciatore di taglie tedesco (un altro ruolo da Oscar per Christoph Waltz) per salvare sua moglie dalle grinfie di un crudele proprietario terriero (un gelido Leonardo DiCaprio). Il film è pieno della tipica verve tarantiniana: dialoghi brillanti, personaggi sopra le righe, violenza esplicita e una colonna sonora eclettica che mescola Morricone con il rap. È un'esplorazione cruda e stilizzata della schiavitù e della vendetta. Un fatto interessante è che Ennio Morricone, il leggendario compositore di colonne sonore western, ha scritto un brano originale per questo film, la prima volta che lo faceva per un western non diretto da Sergio Leone dopo molti anni.

5. Bastardi senza gloria (2009)
Con Bastardi senza gloria, Tarantino si cimenta con la storia, ma a modo suo: riscrivendola con un gusto per il pulp e il grottesco. Ambientato nella Francia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, il film segue due filoni principali: un gruppo di soldati ebrei-americani noti come "I Bastardi" e la proprietaria di un cinema ebrea che cerca vendetta. Ciò che rende il film eccezionale sono i dialoghi tesissimi e le sequenze cariche di suspense, come l'indimenticabile apertura con Christoph Waltz (qui al suo primo ruolo in inglese, che gli valse un Oscar) nei panni del colonnello Hans Landa, il "Cacciatore di Ebrei". È un film che gioca con le aspettative dello spettatore e offre un finale catartico e inaspettato. Sapevi che Tarantino ha lavorato alla sceneggiatura per circa dieci anni, considerandolo il suo capolavoro?

4. Kill Bill: Volume 2 (2004)
Kill Bill: Volume 2 prosegue l'epica saga di vendetta iniziata nel primo volume, ma con un ritmo leggermente diverso. Qui, Tarantino scava più a fondo nella storia della Sposa, esplorando il suo passato, la sua formazione e i motivi dietro la sua sete di giustizia. Se il Volume 1 era pura azione e stile, il Volume 2 è più incentrato sui dialoghi, sui personaggi e sull'influenza del Wuxia e dei western classici. Le sequenze iconiche non mancano, come l'addestramento con il maestro Pai Mei (interpretato magistralmente da Gordon Liu) o il confronto finale con Bill (un carismatico David Carradine). È la conclusione perfetta per un dittico che celebra il cinema di genere in tutte le sue forme. Un dettaglio affascinante: la scena dell'addestramento con Pai Mei è un chiaro riferimento a molti film di arti marziali classici, dove il protagonista viene addestrato da un maestro eccentrico e severo.

3. Kill Bill: Volume 1 (2003)
Pronto per un bagno di sangue stilizzato ed esaltante? Kill Bill: Volume 1 è la furiosa e stilosissima vendetta della Sposa, interpretata da una magnetica Uma Thurman. È un omaggio appassionato e ipercinetico ai film di arti marziali, ai western all'italiana e all'animazione giapponese. Ogni inquadratura è un quadro, ogni combattimento una coreografia letale e bellissima. Il viaggio della Sposa attraverso Giappone e Stati Uniti per eliminare la Deadly Viper Assassination Squad è un susseguirsi di incontri con personaggi indimenticabili e sequenze d'azione mozzafiato. Un fatto divertente: la sequenza del massacro alla Casa delle Foglie Blu, con la Sposa che affronta decine di avversari, è stata girata in bianco e nero in alcune parti per ottenere un rating meno restrittivo in certi paesi, dato l'alto livello di violenza.

2. Le iene (1992)
Le Iene è il debutto che ha urlato al mondo: 'Attenzione, un nuovo autore è arrivato!'. Con un budget ridottissimo, Tarantino ha tirato fuori un thriller crudo, stilizzato e pieno di dialoghi affilatissimi che ruota attorno a un colpo andato male. Il film si concentra sul dopo rapina, con i criminali superstiti che cercano di capire chi li ha traditi, il tutto raccontato con una struttura non cronologica che cattura subito l'attenzione. La tensione è palpabile, le interpretazioni del cast (Harvey Keitel, Tim Roth, Michael Madsen, Steve Buscemi, e lo stesso Tarantino) sono superlative. E chi può dimenticare la famigerata scena del taglio dell'orecchio, brutale e disturbante ma girata con uno stile unico? Un aneddoto interessante: la maggior parte degli attori lavorò per il minimo sindacale o poco più a causa del budget limitato, credendo fortemente nel progetto.

1. Pulp Fiction (1994)
Preparati a un viaggio folle e rivoluzionario nel cuore del cinema moderno! Pulp Fiction non è solo un film, è un'esperienza culturale che ha riscritto le regole. Dimentica la narrazione lineare; qui i destini di gangster filosofi, pugili nei guai, criminali innamorati e adorabili sbandati si intrecciano in un mosaico geniale pieno di dialoghi scoppiettanti, riferimenti pop a non finire e una colonna sonora che ti entra subito in testa. È il film che ha consacrato Quentin Tarantino come una forza inarrestabile, un maestro capace di passare dalla tensione palpabile a momenti di puro divertimento in un batter d'occhio. Un dettaglio curioso? Il contenuto della valigetta luminosa è uno dei misteri più dibattuti della storia del cinema, e Tarantino ha sempre rifiutato di dare una spiegazione definitiva, lasciando spazio all'immaginazione dello spettatore.
